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Immagine del redattoreRubin Koldashi

The Beauty and the Beast - Official Collateral Event of 57th Venice Art Biennale - Venezia

Aggiornamento: 17 mar 2021

Curatore: Didier Guillon, Francesca Giubilei, Luca Berta

Artisti: Judi Harvest, Quentin Garel

Palazzo Tiepolo Passi

13 maggio - 26 novembre 2017

Collaborazione nella fase allestitiva e supporto tecnico come operatore specializzato per conto di We Exhibit Srl

 

Le potenti opere di Quentin Garel (disegni e sculture in legno o bronzo di animali selvaggi e scheletri fossili di creature preistoriche) incarnano gli uomini nella forma della Bestia, che allude contemporaneamente a due dimensioni: da un lato l’inseparabile ed ancestrale grado di parentela che ci lega alle altre specie, dall’altro la perdita di “umanità” della nostra razza. Gli Uomini, che sono fondamentalmente esseri generosi che voglio essere amati dalle altre creature viventi, sono catturati in un malefico incantesimo, il desiderio di potere, ed operano per sottomettere la natura ai loro obiettivi, aprendo così la strada alla sua distruzione, che si rivela poi essere un’autodistruzione.


Le straordinarie opere create da Judi Harvest rappresentano il regno delle Api, incarnano la Bellezza della natura nel suo aspetto di una relazione cooperativa ed equilibrata, ma allo stesso tempo, fragile e meravigliosa. Le Api sono messaggere della natura, le antenne dell’ambiente. La vita delle Api e la nostra dipendono dal loro incredibile lavoro che determina l’esistenza e la proliferazione di un numero enorme di piante. Gran parte della nostra sopravvivenza quotidiana è legata all’impollinazione delle Api: il nostro cibo, circa un morso ogni tre morsi di cibo che mangiamo, oppure i nostri vestiti come nel caso del cotone per i tessuti.


Il progetto espositivo “Beauty and the Beast” esplora i temi dell’amore e della redenzione, mettendo in scena l’incontro fra l’Umano/Bestia con le Api/Bellezza della Natura. L’esempio armonioso e positivo delle Api potrebbe rompere l’incantesimo in cui sono intrappolati gli esseri umani, ma sarà il messaggio abbastanza forte solo quando il pericolo di estinzione sarà irreversibile, arrivando quindi al loro sacrificio? Sarà allora la catastrofe irreversibile anche per il genere umano?


La mostra “Beauty and the Beast“, attraverso l’adozione di un paradigma narrativo, si propone in primo luogo di essere comprensibile e piacevole per un pubblico di qualsiasi età, compresi i bambini. Attraverso molteplici livelli di lettura, l’esposizione trascende l’arte stessa ed intende offrire l’esperienza concettuale, artistica e visiva di un tema importante per il futuro del genere umano.


La mostra Beauty and The Beast è stata organizzata dalla Fondation Valmont, la fondazione di arte contemporanea del Gruppo Valmont il cui scopo è quello di diffondere e accrescere l’interesse verso l’arte contemporanea anche supportando artisti emergenti. L’esposizione, come già anticipato, è organizzata in uno splendido palazzo del XVI secolo affacciato sul Canal Grande, Palazzo Tiepolo Passi ed è ispirata al celebre racconto che negli ultimi anni sta godendo di una riscoperta in diversi ambiti, dalla tv al cinema. Ma il tema della mostra Beauty and Beast è ancor più attuale: il rapporto che gli essere umani hanno stabilito con la natura. Il progetto espositivo a forma di Y mette a confronto i temi dell’amore e della redenzione attraverso le opere degli artisti che sono stati scelti per la mostra, consentendo al al visitatore un viaggio armonioso tra le diverse opere e le tematiche dell’esposizione. Nella prima sala del celebre Palazzo Tiepolo Passi incontreremo le grandi sculture di Quentin Garel che rappresentano la Bestia, un’allusione da una parte al legame ancestrale dell’essere umano con le altre specie, dall’altra alla perdita di umanità della nostra razza testimoniata ogni giorno dai fatti di attualità. All’intersezione della Y, nella seconda sala, troverete la scultura scimmia di Garel e l’opera di Judi Harvest ispirata alle Api e ai loro alveari: in natura la proliferazione di tantissime piante dipende dal lavoro incessante delle api, così come da loro dipendiamo anche noi per il cibo o per gli abiti che indossiamo. Il passaggio dalla Bestia alla Scimmia, sua evoluzione naturale, arriva alle Api con un’idea di speranza, la speranza di ritrovare come essere umani lo stesso tipo di armonia nel vivere e lavorare insieme nel quadro universale della natura e del mondo che spesso diamo per scontato. Il dialogo tra l’uomo e la natura viene esplorato nelle due successive sale in cui sono esposte le opere di Judi Harvest, tra cui un’istallazione con centinaia di tipi di semi realizzata in Murano, e i vasi di miele di Judi Harvest, esposti in un ambiente che ricorda il bosco di tante fiabe dell’infanzia.




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